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La storia di Carrosio

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CarrosioNel 1622 il possesso del borgo risulta condiviso tra la Repubblica di Genova, gli Imperiale Lercari e i Doria. Pochi anni dopo, nel 1625, durante l’invasione della valle del Lemme da parte delle truppe sabaude, i buoni villici, rafforzati da reparti polceveraschi, depredarono l’esercito di Carlo Emanuele I, accampato in prossimità del paese. Nel 1735 Carrosio viene assegnato al re di Sardegna Carlo Emanuele III e si trasforma in una sorta di “enclave” piemontese nell’ambito di un’area controllata dalla Repubblica. Nella seconda metà del XVIII secolo, con la signoria dei Migliorati-Gavotti, si conclude la secolare vicenda del feudo, cancellato, nel 1798, dall’onda lunga della presenza francese nella valle.
A Carrosio confluisce un gruppo giacobino (“Armata Patriottica Piemontese”), che tenta l’azione militare contro il Ducato di Savoia. Accolti senza particolare simpatia dalla popolazione, i rivoluzionari insediano nel borgo un governo autonomo, e estendono via via il controllo sulle aree contermini, con azioni nelle valli dell’Orba e della Scrivia. Le turbolenze si protraggono per oltre due mesi, e segnano la vicenda rivoluzionaria di più lunga durata fra i moti insurrezionali che hanno caratterizzato gli anni finali del XVIII secolo in Piemonte. Dopo la debellatio degli insorti da parte delle truppe sabaude, nel paese si instaura un governo autonomo, controllato dal comando francese della Divisione di Genova, sino al 1802, allorché l’area viene annessa alla Repubblica Ligure. Da questo momento Carrosio seguirà le sorti della città capoluogo, con la provvisoria incorporazione nell’impero napoleonico (1805) e la definitiva assegnazione al Piemonte sancita, nel 1815, dal Congresso di Vienna. Incluso, dal 1831, nell’effimera provincia di Novi, Carrosio entrerà poi a far parte, dal 1859, della provincia di Alessandria.
L’economia del paese, essenzialmente rurale sino al XIX secolo, fu integrata, nella seconda metà del 1800, da modeste attività veteroindustriali, da tempo scomparse: una conceria (“afeitàia”) e una fornace (“furnòxe”) , ubicate nelle località che ancora ne conservano il toponimo; un maglietto per la produzione di attrezzi agricoli; un filatoio per la seta, in seguito trasformato in opificio per la lavorazione della juta, che nei decenni centrali del Novecento ha costituito una fra le più significative attività industriali del Novese. Attualmente Carrosio è sede di un’impresa di rilevanti dimensioni, organizzata su diversi segmentati operativi; dalla costruzione, manutenzione e bonifica degli oleodotti, alla realizzazione di strutture prefabbricate in cemento, al comparto edilizio.

G. Ameri
Bibliografia: Da: R. BENSO – G. AMERI, Guida di Carrosio, Ovada 2002, pp. 5-8

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Le camere da letto sono sette tutte curate nei dettagli;
I servizi offerti dal "PORTICO" sono:



Aria condizionata
Idromasaggio
Cortile interno privato
Camera x diversamente abili
Ristorante e pizzeria